L'intelligenza artificiale sa fare pubblicità?

L'intelligenza artificiale sa fare pubblicità?

Vi raccontiamo la nostra esperienza.

È uno strumento addestrato per svolgere compiti specifici (scrivere, produrre immagini e voci) sulla base di dati immagazzinati. Sistemi hardware e software che simulano le capacità dell’essere umano (interazione con l’ambiente, apprendimento e adattamento, ragionamento e pianificazione). 

Chi lo addestra? Il Data scientist è un cervellone che gestisce i Big Data cioè dati informatici grandi e veloci, complessi da elaborare con i metodi tradizionali.

Insegnarle qualcosa è simile ad educare un bambino: per esempio leggere/scrivere per associazione.

La nostra esperienza.

Salvate il copywriting. Scrive testi ma non ha personalità. Non sa quale sia la parola più giusta da usare in un dato momento o contesto, non inventa da zero e soprattutto non possiamo insegnarle a fare errori.

La creatività deriva dalla diversità, dall’imprevisto e dalla capacità di produrre imperfezioni, motivo per cui l’essere umano è unico.

Chiedi all’AI di scrivere a proposito di un argomento: probabilmente il testo sarà una palla assurda. Zero empatia ed emozioni, è più triste dei miei saggi brevi di storia in terza media. Non produce un buon lavoro autonomo ma può eseguirlo sotto la supervisione di un essere umano.

“I ricordi dell’esperienza personale ci rendono speciali e alcune volte degni di rimanere impressi nei libri di storia.”

Grafica e illustrazione. Da diversi mesi abbiamo deciso di abbonarci a Midjourney, una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale in grado di creare immagini inedite a partire da descrizioni testuali. Dopo tanti esperimenti ecco le nostre conclusioni:

PRO. Con semplici comandi di testo descrivi la scena che vuoi vedere illustrata. Il risultato ti affascinerà: è in grado di gestire il tipo di colorazione, lo stile di disegno, può effettuare un blend di immagini e ti fa scegliere l’ambientazione.

CONTRO. Lo stile è prevalentemente fantasy, non sa inserire testi in grafica (riproduce forme che somigliano a lettere ma senza logica) e produce due o tre varianti di cui bisogna accontentarsi senza poter apportare modifiche specifiche. È impreciso nei dettagli (soggetti senza mani o con deformazioni) e non conosce perfettamente le proporzioni. La fantasia è il suo gap e la mano umana ha un’inventiva che non può essere sostituita.

In conclusione. È una innovazione dall’enorme potenziale ma non è pronta a fare advertising. La distinzione tra uomo e macchina è la capacità di “visualizzare”: il disegnatore e il copywriter vedono il risultato nella loro mente prima di renderlo realtà. Crediamo che in un futuro non lontano potrebbe diventare il “braccio destro” dei pubblicitari.

Ad oggi il suo punto più alto è il fatto che sa creare immagini di gattini tenerissimiii!

PS: nella copertina di questo articolo l’illustrazione è fatta con AI (le abbiamo chiesto di farsi un autoritratto), il copy (un errore voluto che diventa messaggio) è frutto della nostra creatività umana (la macchina non ci sarebbe mai arrivata).

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